"E ora sali sulla croce di Cristo..."

di Cosimo Pirisi

- Premio Elsa Morante 2001 Roma -

"So che vittima incolpevole
sono stato, carnefice mai."
                      (Primo Levi)

E ora sali sulla croce di Cristo
mentre il cuore si schianta nel petto...
La tristezza è più lunga del tempo,
e il dolore più forte del vento...

Prendi in mano quelle gemme di rugiada!
Sali le scale scolpite nel rubino
con balzi d'angelo e d'agnello,
(il sacrificio non è mai invano)...
Ma qui si resta affranti, senza comprendere,
con la stella di David nel petto,
a stornare nuovi stormi famelici
dalle carni straziate,
a puntare il dito su carnefici indifferenti,
a piangere in disparte
come figli rimasti senza padre...
Il solco della terra non arresta questi passi,
e sono passi ignari del domani...
Conto ogni piccola sosta nell'ombra notturna.
Come architetto ordinato misuro invano
orme stanche, lampade di destinazioni ignote...
Non sappiamo perché
nere colombe nel deserto piangono
come vedove di questi tempi assurdi...
Adesso regna l'ora dei tormenti fondi...
Anche il profeta s'aggira
stanco di edificare e distruggere,
di sradicare e piantare,
vuoto e senza risposte valide...
Non chiedo perché l'onda trapassa
sulle rive delle torri eterne...
Senza spiegazioni ruota l'orbe d'argilla
su volte solidamente stabilite...
I corvi grigi cantano lo strazio delle carni
ricapitolate nel tornio delle cose sublimi...
E se piango è per troppo stupore,
per il dominio della speranza
che schiude altre palpebre alla luce...

E ora sali sulla croce di Cristo,
con la stella di David nel petto...
Là cantano orchestre di musici infanti...
Là si entra per la Porta della vita
donata per troppo amore...